Sono contenta che vi piace la mia storia e la puntata precedente, bè spero che adesso non me ne vogliate per quello che leggerete... buona lettura!
CAPITOLO QUATORDICI
Il mattino seguente il primo a svegliarsi fu Giacomo, era ancora incredulo per quello che era successo, la guardava dormire beatamente, ripensò alla notte prima a quanto aveva desiderato quel momento, al suo comportamento in quei mesi, alla loro prima volta di tanti anni fa: della paura che aveva di fargli male essendo per lei la prima volta, il timore di non sapergli regalare quella prima volta perfetta e magica. Aveva più paura lui che Stefania, lo si poteva notare benissimo però allo stesso tempo era riuscito a trasmettergli forza e amore… proprio come la sera precedente.
- ehi a che pensi?
Gli chiese Stefania che nel fra tempo si era svegliata e lo vedeva sopra a pensiero
- a noi
- a noi?
- si, a noi... alla nostra prima volta, ricordi?
Stefania arrossì al ricordo di quel giorno
- certo che lo ricordo
Avrebbe voluto confessargli tutto ma non ci riusciva, Giacomo non riusciva a mettere da parte l’orgoglio, se la guardava negli occhi ci si perdeva dentro e l’avrebbe voluta baciare, riempire di baci e fare l’amore con lei a vita ma, se poi si fermava a pensare a quello che gli aveva allontanati, a di chiara, allora tornava prepotente l’orgoglio
- ora è meglio che andiamo, si è fatto tardi
Stefania lo fermo per un braccio: “che hai?”
- niente, dai vestiti che è tardi
- e io che credevo…
- credevi?
- lascia stare, vado a farmi la doccia
- si ma sbrigati non ci mettere due ore
- vaffanculo Giacomo!
Gli urlo dal bagno, non riusciva a capire il perché del suo comportamento, credeva che dopo quella notte le cose sarebbero cambiate, aveva sentito il suo amore, ne era certa. Ma allora perché era di nuovo così freddo?
“ora basta, vuoi la guerra mio caro contini? E l’avrai.. non mi arrendo lo sai!”
C'E UN CUORE CHE BATTE NEL CUORE DI ROMA - VENDITTILa mattina dei due marescialli passò a seguire Matteotti e il suo amico Melasso
Passarono davanti alla loro scuola, vicino a villa pamphili, al cinema dove andavano sempre perché Stefania diceva che facevano le pop corn più buone di tutti i cinema, Giacomo rideva a quella fissa di lei e per farglielo apposta gli rubava tutte le pop corn più buone
Si ritrovarono in villa borghese, il posto dove tante volte erano andati a passeggiare e era finiti a terra a tirarsi l’erba e a farsi i dispetti.
- Giacomo… scusami per ieri sera io non dovevo dirti quello che ti ho detto, facciamo finta che non è successo niente?
- si, per la prima volta sono d’accordo con te, dimentichiamoci di ieri sera
Stefania sorrise tra se, Giacomo era caduto nella sua “trappola”, non si sarebbe mai aspettato che fosse lei a dirglielo, ora avrebbe gioca la sua mossa e Giacomo si sarebbe dichiarato. Perché sapeva ce lui l’amava ancora ma aveva paura.
Il serata avevano scoperto che Matteotti cenava ancora in albergo e così anche loro prenotarono
Stefania ne era felice con la sua di doversi fingere una coppia poteva mettere in atto il suo piano…
Si mise un vestito nero con uno spacco super vertiginoso che metteva in evidenza le sue gambe, una scollatura abbastanza evidente e il ciondolo regalato da Giacomo che ricadeva proprio sulla scollatura.
- wow, vuoi proprio stendergli tutti stasera, sei stupenda!
Giacomo non era riuscito a trattenersi, quelle parole erano uscita dalla sua bocca involontariamente ma era quello che pensava
A fine cena si ritrovarono a ballare, Stefania si era stretta a lui, aveva la bocca a pochi centimetri da quella sua, ogni volta che parlavano le loro labbra si sfioravano leggermente
- credo che sospettano di noi, forse credono che non siamo una vera coppia
- cosa te lo fa credere?
Gli chiese Giacomo che ormai non riusciva più a trattenere l’eccitazione e aveva una voglia tremenda di baciarla
- ci stanno guardando dall’inizio della cena, ma non ti girare
- allora bisogna fargli ricredere che dici?
La guardò negli occhi e senza attendere risposta colmò quella distanza tra loro.
Stefania si staccò dalle labbra e aveva gli occhi quasi lucidi, guardò Giacomo e gli sembrava un cucciolo, un cucciolo impaurito ma allo stesso tempo un cucciolo che voleva fare l’amore con lei, glielo si poteva leggere chiaramente negli occhi e dal fatto che l’aveva subito riavvicinata a se per riprenderla a baciare.
- Giacomo… non esagerare però, ci stanno guardando tutti
- sai credo che sia meglio che andiamo in camera…
Disse con allusione e come prima senza attendere la sua risposta la prese per la mano e si diresse verso l’ascensore
Ripresero a baciarsi dentro l’ascensore, Giacomo gli baciava il collo, l’estremità della bocca e gli toccava la coscia…
Continuava a baciarla anche davanti alla porta e per Stefania era quasi impossibile aprirla. Una volta entrati, il bacio di Giacomo la travolse.
Erano già sul letto, Giacomo gli stava togliendo il vestito continuando a baciarla, non voleva lasciarla andare via.
- aspetta… se vuoi fare l’amore con me domani mattina non ci devi ripensare
- ma non possiamo lasciarci andare senza pensare al domani?
- no.. perché io non sono qui solo per soddisfare la tua voglia di sesso Giacomo, lo vuoi capire!
- e tu testarda che non sei altro lo vuoi capire che TI AMO? Volevi che te lo dicevo no? Eccoti accontenta, ti amo Stefania, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo!
Si alzò dal letto e si allontanò da lei, finalmente gli aveva confessato i suoi sentimenti ma ora aveva paura, paura di quel sentimento così forte che provava nei suoi confronti, quel sentimento che aveva cercato tante volte di scacciare ma invece era ancora li, sempre più forte di prima.
- ora dove vai?
- a dormire, ho sonno!
- ma perché scappi in questo modo?
- non scappo, ti ho detto che ho sonno… ora non si può più avere nemmeno sonno?
- fai come vuoi, sei libero di fare come vuoi
- meno male va, buona notte